Democratici pubblicano documenti Epstein con menzioni di Trump: Repubblicani accusano di selezione

Il 16 novembre 2025, a Washington D.C., i democratici della Camera dei Rappresentanti hanno reso pubblici oltre 20.000 pagine di documenti provenienti dall’eredità di Jeffrey Epstein, il controverso finanziere condannato per abusi sessuali e morto in carcere nel 2019. Tra i file, email che menzionano Donald J. Trump, ex presidente degli Stati Uniti. La mossa, guidata dal presidente della commissione James E. Clyburn della Carolina del Sud, ha scatenato una tempesta politica: poche ore dopo, i repubblicani hanno rilasciato un volume ancora più grande di documenti, accusando i democratici di selezionare solo le informazioni più dannose per Trump. La Casa Bianca, sotto l’amministrazione di Joseph R. Biden Jr., ha definito il rilascio "selettivo" e potenzialmente manipolativo.

Un rilascio che divide il Congresso

La pubblicazione dei documenti non è stata un semplice atto di trasparenza. È un colpo in una guerra più ampia tra i due partiti sul controllo delle informazioni sensibili. I democratici sostengono di agire nell’interesse del pubblico, esponendo collegamenti tra Epstein e figure potenti — un’indagine che risale a una richiesta del 2020, quando il Congresso avviò un’inchiesta sulla mancata azione del Dipartimento di Giustizia. Ma i repubblicani, guidati dallo speaker Mike Johnson della Louisiana, hanno ribattuto con un’altra ondata di documenti, alcuni dei quali mostrano che Trump non era l’unico a essere menzionato: tra i nomi ci sono anche politici, imprenditori e persino un ex governatore della Florida.

"Non stiamo nascondendo nulla," ha detto un funzionario democratico anonimo a CBC News. "Stiamo solo rispondendo a una richiesta pubblica che dura da anni. Se avessero voluto essere trasparenti, l’avrebbero fatto già nel 2019."

Mar-a-Lago, la spa e la polizia di Palm Beach

Uno dei passaggi più sensibili nei documenti riguarda Mar-a-Lago, la residenza di Trump a Palm Beach, in Florida. Secondo un rapporto interno citato nei file, Epstein avrebbe portato giovani donne nella spa privata della proprietà nel 2004 — un’epoca in cui l’ex presidente era ancora un imprenditore e non un politico. Questo episodio fu il catalizzatore per l’indagine della Palm Beach Police Department, che alla fine portò alla condanna di Epstein per reati sessuali minori nel 2008 — una sentenza che molti considerano eccessivamente lieve.

Non è chiaro se Trump fosse presente durante questi incontri. Ma il fatto che il suo nome appaia in e-mail con Epstein — e che alcune note interne all’ufficio di Mar-a-Lago menzionino "visite non ufficiali" — ha acceso un fuoco. "Non ho mai avuto rapporti con lui in contesti illegali," ha replicato Trump in un post su Truth Social. "Questi documenti sono stati manipolati da chi vuole distruggere la mia reputazione. Ho chiesto un’indagine completa su chi ha orchestrato questa campagna."

La ribellione dentro la base di Trump

La vera sorpresa, però, non è venuta dai democratici. È arrivata da dentro il partito repubblicano. Marjorie Taylor Greene, una delle più feroci sostenitrici di Trump alla Camera, ha pubblicamente criticato il suo ex alleato per aver "frenato l’indagine" durante la sua presidenza. Greene, eletta nel 2021 dal distretto 14 della Georgia, ha dichiarato: "Se Trump avesse voluto davvero chiudere il caso, avrebbe bloccato le indagini nel 2019. Invece ha fatto il contrario: ha permesso che i documenti restassero nascosti. E ora che sono usciti, vuole negare ogni coinvolgimento?"

La reazione di Trump non si è fatta attendere. Ha revocato il suo sostegno pubblico a Greene — un segnale raro per un politico che di solito difende i suoi alleati più estremi. "Non rappresenta più la mia visione," ha detto in un’intervista privata, citata da più fonti interne. La mossa ha scosso la base: molti sostenitori di Trump, soprattutto quelli più conservatori, si sentono traditi. "Prima ci diceva di non fidarci dei media, ora ci dice di non fidarci di chi ci ha difeso?" ha commentato un elettore di Tampa in un gruppo Facebook.

Il voto imminente e la battaglia per i documenti

La tensione non si placherà presto. I repubblicani, con l’appoggio di Greene e di altri 12 membri del partito, stanno preparando un voto per il 20 novembre 2025, nella U.S. Capitol, per approvare una legge che obblighi il Dipartimento di Giustizia a rilasciare tutti i documenti rimanenti su Epstein — compresi quelli ancora sigillati. La proposta, chiamata "Epstein Transparency Act", potrebbe costringere la Casa Bianca a rivelare centinaia di pagine di comunicazioni interne tra l’FBI, la CIA e l’ufficio del procuratore federale di New York.

"Questa non è una battaglia su Epstein," ha detto un ex procuratore federale, chiedendo l’anonimato. "È una battaglia su chi controlla la verità. E ora, più che mai, la verità è diventata una merce politica."

Perché questo conta per gli italiani?

Anche se l’epicentro è a Washington, gli effetti si sentono ovunque. L’episodio mostra come la manipolazione delle informazioni — anche attraverso il rilascio parziale — possa minare la fiducia nelle istituzioni. In Italia, dove la trasparenza dei processi giudiziari è spesso messa in dubbio, questo caso è un monito: la verità non è mai completa, ma la sua selezione è un potere pericoloso. E quando un ex presidente, un membro del Congresso e un’agenzia federale si scontrano su cosa è vero, il pubblico perde la bussola.

Frequently Asked Questions

Perché i documenti di Epstein sono ancora rilevanti nel 2025?

Perché i documenti rivelano collegamenti tra potenti figure politiche, finanziarie e di spettacolo e una rete di abusi sessuali che rimane in gran parte non indagata. Molti dei nomi citati non sono mai stati formalmente accusati, ma la loro presenza nei file solleva domande sulla protezione del potere. L’indagine non si è mai conclusa, e i nuovi rilasci potrebbero riaprire casi chiusi.

Trump ha mai fatto causa per diffamazione legata a questi documenti?

No, almeno non ufficialmente. Tuttavia, Trump ha minacciato azioni legali contro "chiunque abbia filtrato i documenti" e ha chiesto un’indagine interna. La sua squadra legale ha già avviato contatti con il Dipartimento di Giustizia per ottenere copie dei file originali, ma finora senza successo. Il suo avvocato principale, Todd Blanche, ha dichiarato che "non esiste prova concreta di reati" da parte di Trump, ma ha ammesso che "alcuni contesti sono oscuri".

Cosa ha fatto la polizia di Palm Beach nel 2004?

Nel 2004, la Palm Beach Police Department avviò un’indagine dopo la denuncia di una minorenne che affermava di essere stata portata da Epstein a Mar-a-Lago per prestazioni sessuali. L’indagine portò a un’inchiesta federale, ma nel 2008 Epstein firmò un accordo segreto con il procuratore Alexander Acosta — un accordo che gli permise di scontare solo 13 mesi in carcere, con permessi di lavoro. L’accordo fu poi criticato da più giudici e da un’indagine del Dipartimento di Giustizia nel 2020.

Perché Marjorie Taylor Greene ha cambiato posizione?

Greene ha sempre sostenuto Trump, ma ha detto che la sua lealtà non può superare la verità. Ha affermato che Trump, durante la presidenza, ha bloccato richieste di documenti da parte del Congresso e ha ritirato il sostegno a indagini federali. Per lei, questo è un tradimento della giustizia. Ha anche dichiarato di aver ricevuto minacce da gruppi di estrema destra per aver criticato Trump — un segnale di quanto sia radicato il culto della personalità nella base repubblicana.

Cosa succederà dopo il voto del 20 novembre?

Se la legge passa, il Dipartimento di Giustizia avrà 90 giorni per rilasciare tutti i documenti ancora sigillati — inclusi quelli con nomi di senatori, funzionari della CIA e membri della famiglia reale britannica, secondo fonti anonime. Se fallisce, i democratici hanno già annunciato che presenteranno una mozione di sfiducia contro il presidente della commissione giustizia repubblicana. La battaglia si sposterà dalla Camera alla Corte Suprema.

C’è qualche prova che Trump abbia avuto rapporti illegali con Epstein?

Non esiste alcuna prova diretta che Trump abbia partecipato a attività illegali con Epstein. I documenti mostrano solo che i due si conoscevano, che Epstein ha visitato Mar-a-Lago e che Trump lo ha citato in alcune e-mail come "un amico di lunga data". Ma nessun file menziona sesso, denaro o minorenni in relazione a Trump. La sua difesa si basa su questo silenzio. Tuttavia, il fatto che abbia rifiutato di rispondere a richieste di documenti nel 2019 ha alimentato sospetti.